Oggi è il compleanno del Maestro IVAN MORO.
Un Artista eccezionale che quando lo si ascolta suonare, riesce a catapultarti nei tuoi mondi interiori, annullando completamente ciò che ti circonda.

LA BIOGRAFIA
Nato il 7 Gennaio 1985, Ivan Moro all’età di soli 7 anni inizia a studiare pianoforte e tastiere come autodidatta e in seguito con il maestro
Christian Moro.
Da Settembre 2004 a Giugno 2007 frequenta il corso di basso elettrico presso il CPM (Centro Professione Musica di Franco Mussida) a Milano, sotto la guida dei maestri Dino D’Autorio, Patrick Djivas e Siro Burchiani per quanto riguarda la tecnica strumentale, e con Massimo Colombo per teoria, armonia e solfeggio.
Dal 2004 al 2011 collabora come bassista e corista in alcune band inedite (tra cui i Dionæa con la quale pubblica 3 demo arrivando secondi al concorso “Emergenza Festival”) e varie cover/tribute band, esibendosi in svariati locali del nord Italia.
Nel Settembre 2007 inizia a tenere lezioni private di basso elettrico fino ad Agosto 2011, anno in cui diviene membro ufficiale dei FINLEY (con cui fonda l’etichetta discografica “Gruppo Randa S.r.l.”).
Da Ottobre 2015 insegna presso le “Scuole di Musica Niccolò Paganini” (qui il LINK di presentazione del suo corso).
L’INTERVISTA
Da quando mi sono resa conto che la Musica sarebbe stata la mia strada, sono sempre stata curiosa di capire come e in che modo gli Artisti con cui ho a che fare, abbiano avuto anch’essi questa “illuminazione” e si siano approcciati ad essa, quindi ti chiedo: in che modo ti sei reso conto che la Musica sarebbe stata la tua vita?
«Mi sono reso conto che la musica avrebbe fatto parte della mia vita quando avevo 15/16 anni.
In quegli anni smisi di fare sport perché passavo intere giornate ad ascoltarla e sentivo di avere una marcia in più in quell’ambito.
Notai che mi veniva particolarmente facile approcciarmi a diversi strumenti imparandone dapprima il ruolo e le loro peculiarità all’interno del contesto musicale, dopodiché ne assimilavo la parte suonata facendo molta meno fatica rispetto ad altri.
Sono stato circondato da musicisti fin da bambino: mio nonno da parte materna era un ottimo tenore e strimpellava la chitarra, l’altro nonno era liutaio e chitarrista, mio fratello tastierista/organista, mia madre e mio padre appassionati di musica e quest’ultimo anche un pochino fisarmonicista.
Il basso elettrico fu tra gli ultimi strumenti che ebbi modo di suonare, ma me ne innamorai letteralmente… al pari della batteria, del pianoforte e del canto (che continuo a praticare da autodidatta).»
Sicuramente un musicista del tuo livello avrà un’ampia gamma di ascolti, ma ci sono dei generi musicali che proprio non sopporti?
«Ho sempre ascoltato musica a 360º apprezzandone ogni sua sfaccettatura.
Penso non ci sia genere musicale al mondo che io non abbia ascoltato nell’arco dei miei, ormai, 38 anni.
Forse gli unici 2 generi in cui faccio veramente fatica a trovarci del bello sono il “Reggaeton” e la “Trap”. Anche se quest’ultima potrebbe avere del potenziale se messa nelle mani di chi conosce davvero bene l’armonia e l’arrangiamento (senza limitarsi ai soliti cliché, sia dal punto di vista testuale che musicale).»
Ci sono degli artisti ai quali sei particolarmente legato, e perchè?
«Di artisti a cui sono legato ce ne sono tantissimi e per motivi diversi.
Per menzionarli tutti dando poi una spiegazione ci vorrebbero forse delle ore perciò mi limiterò ai primi che mi vengono in mente.
JEFF BUCKLEY per il talento vocale inarrivabile e per aver scritto uno tra i 3/4 album della storia che avrei tanto voluto comporre e pubblicare. Che mi ha da sempre accompagnato lungo tutto il percorso della mia vita, sia nei momenti più tristi, sia in quelli più gioiosi: “GRACE”.
DEVIN TOWNSEND per la sua genialità, versatilità e follia… oltre al fatto che ha composto autentici capolavori, tra cui “TERRIA”. Un altro di quei gioielli che avrei tanto voluto potesse appartenere alla mia discografia.
Per quanto riguarda le colonne sonore (che amo) direi in primis VINCE DICOLA per il suo magistrale uso dei “rivolti” in tutte le colonne sonore che portano la sua inconfondibile firma. Un modo bellissimo e affascinante di colorare gli accordi che ho sempre amato, tanto da provare negli anni a farlo diventare parte integrante del mio stile bassistico, cercando di diffonderlo il più possibile anche in generi, come ad esempio il “punk-rock”, in cui spesso le toniche la fanno da padrone. HANS ZIMMER (epico). THOMAS NEWMAN (emotivo). ENNIO MORRICONE e JOHN WILLIAMS (maestri). JAMES HORNER (corale) e DANNY ELFMAN (ipnotico).
Meglio non stare a menzionare i compositori di musica classica. Finirei con l’annoiarvi vista la mole di personaggi di quell’epoca (dal 600 al 900) che ammiro e ascolto abitualmente.
Se invece parliamo di band non potrei non citare i PINK FLOYD: probabilmente la mia band preferita in assoluto. QUEEN, THE BEATLES e LED ZEPPELIN per il loro talento e la capacità innata di creare hit pazzesche e intramontabili. GENESIS, YES e DREAM THEATER per come seppero coniugare tecnica ed espressività. THE DOORS e JIMI HENDRIX per aver insegnato al mondo cosa volesse dire “viaggiare con la mente verso paesaggi musicali all’avanguardia”. PANTERA, KORN, MESHUGGAH e RAGE AGAINST THE MACHINE per l’attitudine e la rabbia, per la magia della loro musica. Per la capacità di sfornare riff in grado di coinvolgere anche la persona più disinteressata. E mille altri ancora che in un modo o nell’altro mi hanno influenzato e fatto innamorare de “l’arte delle muse”.»
Ultima domanda per riuscire a percepire DA CHI un Artista come te, ha tratto spunto per diventare chi è oggi.
Chi è il tuo mentore al livello bassistico?
«Il mio mentore a livello bassistico è stato senza ombra di dubbio JACO PASTORIUS per il suo stile unico, sperimentale e ineguagliabile. Per avermi illuminato sullo sconfinato potenziale di questo strumento dalla tessitura grave, facendomene innamorare al primo ascolto. Oltre a farmi comprendere che il suo ruolo in una band non era solo quello di “accompagnamento e supporto ritmico-armonico“, ma anche solistico e virtuoso. Il tutto senza mai perdere di vista la vera essenza del basso elettrico e tutta la parte emozionale che sapeva sprigionare con quelle dannate 4 corde.”
Infine Ivan ci tiene a lanciare un messaggio importante per chiunque tenda ad approcciarsi a questo mondo artistico:
«Penso che lo scopo di un buon musicista non dovrebbe mai essere quello di “assomigliare a qualcuno”. Bensì quello di trovare il proprio stile per cui essere riconosciuto e/o ammirato, provando (se possibile) a diventare quel musicista che si sarebbe voluto ascoltare, ispirando chi ti ascolta.
Nel mio piccolo penso di esserci riuscito (se totalmente o solo in parte lascio che siano gli altri a giudicarlo). Questo perché negli anni sono diventato quel bassista che mi sarebbe piaciuto ascoltare da adolescente (anche se nella musica, come in ogni ambito, c’è sempre qualcosa da imparare, da migliorare e da “rubacchiare” ad altri!!).
L’ingrediente fondamentale deve essere sempre quello della curiosità. Se a questa si aggiungono talento, umiltà, tenacia, intraprendenza, carattere e stile ecco che si può seriamente ambire a entrare nell’Olimpo dei GRANDI!!»
Stay Rock!
AlEmy
Segui Ivan Moro su Instagram
Contatti social dei Finley: Facebook – Instagram – YouTube – Spotify
Ph. Massimo Tuzio: Facebook – Instagram
Visita il MERCH MUSICALE di AlEmy: RedBubble
Leggi anche -> PINO DANIELE: il Poeta Napoletano mai andato a Sanremo!